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Il Caso Scuccia. La Musica non è (Mai) Innocente. Aurelio Porfiri.

nov 23, 2022

Carissimi StilumCuriali, il maestro Aurelio Porfiri offre alla vostra attenzione queste riflessioni sul caso Scuccia, e ci ricorda altre esperienze analoghe, per giungere a concludere che la musica non è un qualcosa di neutro. Buona lettura e condivisione.

La musica non è (mai) innocente


Una vicenda accaduta in questi giorni è stata un elemento forte di riflessione per me. Questa vicenda riguarda una suora dell’ordine delle Orsoline della Sacra Famiglia che ha annunciato di aver lasciato la vita religiosa. Cosa c’è di speciale in questo? C’è di speciale che suor Cristina, questo era il suo nome da religiosa, aveva raggiunto una certa fama in Italia come cantante pop, in questo supportata dalla sua comunità religiosa. Aveva vinto il talent show The voice of Italy e si esibiva cantando le hit del pop internazionale, passando dai talents al Tantum (ergo). Come le due cose potessero stare insieme Dio solo lo sa. Infatti voler far credere che si fa questo per avvicinare i giovani alla Chiesa, per parlare i “linguaggi moderni”, è una fesseria colossale. Non solo i giovani non si avvicinano, ma coloro che le propongono si allontanano.

Già, perché Cristina Scuccia, questo il nome con cui da ora sarà conosciuta, non è la prima e, purtroppo, non sarà l’ultima. Pensiamo a Jeanne Paule Dominique Decker, una suora belga dell’ordine delle domenicane missionarie di Nostra Signora di Fichermont, conosciuta da tutti come Suor Sorriso, divenuta celebre negli anni ‘60 come cantante di canzoni che accompagnava con la sua chitarra. Essa abbandonò il suo ordine e cominciò a vivere con un’altra ex suora, Anne Pécher, in un tipo di relazione su cui non c’è mai stata troppa chiarezza. Doveva essere comunque molto stretta, visto che le due si sono suicidate insieme nel 1985 e insieme hanno chiesto di essere sepolte.

Oppure il frate cappuccino italiano Giuseppe Cionfoli, divenuto celebre negli anni ‘80 come cantante di canzoni pop ma con testi di ispirazione religiosa (tra l’altro le sue canzoni e la sua voce erano anche abbastanza piacevoli). Dopo aver partecipato al festival di Sanremo, il festival della canzone italiana, anche lui abbandona il saio ed è oggi sposato con figli e nipoti.

Ma potrei andare avanti. Allora perché sorprendersi che c’è “padre flamenco”, lo spagnolo don José Palmas che si esibisce con qualche piroetta durante la sua “Messa danzata” oppure il “prete canterino” don Bruno Maggioni che ai matrimoni si esibisce con canzoni pop per la gioia dei fedeli (anzi, degli spettatori). Del resto, anche il presidente della Pontificia Accademia di Teologia, il vescovo Antonio Staglianò, su L’Osservatore Romano ci fa capire perché dovremmo apprezzare Imagine di John Lennon, uno degli inni alla mentalità del mondo: “E non è poi Imagine un’opera d’arte che nasce e rinasce di continuo in chi l’ascolta e la canta? E chi ascolta e canta non interviene forse con la sua “competenza interpretativa” a condividere il mondo del testo e riconfigurarlo creativamente? La preoccupazione del vescovo, allora, non potrebbe più essere quella dello stare attenti a una ideologia materialista senza trascendenza, ma piuttosto quella di abilitare la competenza interpretativa del credente perché sappia riconoscere la trascendenza là dove meno te l’aspetti, per riaccendere l’immaginazione del suo sensus Regni, secondo Gesù. È in questa direzione che ho potuto fare da due anni a questa parte i miei auguri natalizi al popolo di Noto, e soprattutto ai giovani, con il testo e la melodia di Imagine. È perché ho potuto leggere quel testo proprio cristianamente, raggiungendo il messaggio autentico di Lennon attraverso la luce del Vangelo per sostenere che anche Gesù avrebbe cantato questa canzone con convinzione e senza timore della ideologia soggiacente.

Su tutto? Anche sulla negazione del Paradiso (Imagine there is no Heaven) e della Religione (and no Religion too)? Assolutamente sì. Malgrado Lennon (forse!) il messaggio di Imagine raggiunge al cuore la predicazione di Gesù sul Paradiso e su Dio”. Avrebbe Gesù cantato Imagine? Forse Jesus Christ Superstar lo avrebbe fatto.

Non si vuole comprendere che la musica non è innocente, essa non può essere presa e trasferita in contesti che non le sono propri e cambiare dall’interno. Un canto gregoriano ad un concerto rock non c’entra nulla, è sempre un canto gregoriano. Una musica pop (con tutti i valori che le sono attaccati) nella liturgia o sulla bocca di un prete o di una suora, rimane sempre musica pop.

Ho visto le foto di Cristina Cuccia in una trasmissione televisiva. Mi ha fatto un po’tristezza da una parte. Era ben truccata e certamente c’era differenza con l’immagine di suora occhialuta che aveva prima.

Una bella ragazza Italiana, non c’è dubbio su di questo. E forse molto più coerente ora che in passato, dove ha cercato di far stare insieme due mondi inconciliabili.


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