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Nato, UE, BCE, WEF e la Mafia. Differenze? Solo l’Ordine di Grandezza. Laporta.

gen 21, 2023

Carissimi StilumCuriali, il generale Laporta offre alla vostra attenzione queste riflessioni che certamente susciteranno mola discussione. Buona lettura e condivisione.


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Siamo sicuri di fare di Matteo Messina Denaro “il problema” dell’Italia, oggi? Certamente la sua cattura è stata utile a tarpare le ali a quanti avrebbero voluto annacquare l’ergastolo. Lo abbiamo già scritto e giova ribadirlo. Se MMD si fosse consegnato dopo l’abolizione dell’ergastolo, costui se ne sarebbe avvantaggiato assieme ai compagnucci terroristi, verso i quali la sinistra ha un debito tanto bollente quanto inestinguibile.

La cattura operata dai ROS Carabinieri – inutile perdersi in congetture – è stata utile. D’altronde la mafia di MMD è certamente più “di sinistra” di quanto si voglia ammettere. Essa è convissuta coi governi, dal 1993 a ieri, controllati direttamente o indirettamente dai togliattisti e dai loro tentacoli irradiati fino all’estrema destra. Se avessero voluto squilibrare la cupola mafiosa, non mancarono né le risorse né le opportunità. E’ un fatto: si è dovuto attendere questo governo. Punto.
In Italia solo chi scrive si spinse, in tempi non sospetti, ad analizzare i legami fra quanto residuava del PCI, Berlusconi, Mosca e 
Francesco Cossiga con le sue trattative con la mafia. Nel 2005 dovetti lasciare la collaborazione con Libero su cui scrivevo fin dalla sua fondazione nel 2000, quando andai in rotta di collisione con Cossiga che scriveva sullo stesso giornale sotto pseudonimo.


Determinati aspetti dell’Italia potei scriverli solo all’estero [https://bit.ly/3Wsop1r ] perché in Italia non da oggi è compromessa la libertà di espressione.
Cossiga non fu certo di sinistra, cooptato tuttavia fra i togliattisti, capeggiati da suo cugino Enrico Berlinguer.
L’errore peggiore che un italiano possa commettere, almeno dai tempi di via Fani, è presumere il Potere di destra o di sinistra. Il Potere ha una fisionomia divina o satanica: è al di sopra di tutto. Forse il governo in carica oggi è il primo con una fisionomia più umana e autentica dei precedenti. Occorrerà tuttavia attendere per vedere “quanto e se” reggerà, mentre dal versante Berlusconi scattano incessanti le trappole.
L’amicizia fra Berlusconi e Putin – mentre è in corso una guerra che ci vede opposti a Mosca – è necessario indagarla, per capirne le origini e quanto essa lambisca Cossiga e i togliattisti, tuttora operanti, sebbene in forte imbarazzo, perché essi sono cofondatori dell’Unione Europea ventoteniana e rifondatori della NATO (ricordiamo il governo di Massimo D’Alema bombardiere di Belgrado) in veste egemonica globale. Gli stessi togliattisti sono ben noti agli atti del Cremlino e della Lubianka, quindi vulnerabili alle stizze di Putin. Non è un caso che la crema dei togliattisti italiani sia taciturna dall’inizio della provvidenziale guerra in corso.
In questo quadro non esattamente edificante per la dignità nazionale, all’indomani della cattura di MMD, uno dei cicisbei della RAI ha oltraggiato in pubblico un cittadino siciliano, colpevole d’aver negato il suo maramaldo plauso alla cattura. Occorre sempre osservare queste situazioni col distacco dell’entomologo, spogliandosi del più antico vizio di noi cristiani, il manicheismo. Non importa se credenti o non, tendiamo a dividere il mondo in buoni e cattivi, a mo’ d’una lavagna scolastica.
Col manicheismo non riusciamo a spiegarci singolari e niente affatto platoniche contraddizioni. Una parte del mondo può fare la guerra, può bombardare indiscriminatamente, può criminalizzare concittadini nativi ed espropriarli delle terre, può deportarli e farne strage, può detenere arsenali nucleari, chimici e biologici, impiegandone gli ordigni, può affamare interi continenti, può determinare arbitrariamente a 100 dollari il valore d’un pezzo di carta che non ha alcun corrispettivo a tergo, se non i poteri elencati in precedenza. Ebbene questa parte di mondo esige che la rimanente non possa fare altrettanto, anzi debba sottomettersi.
Se pantografiamo tali comportamenti a ridurli nel teatro siciliano, che differenza c’è fra la NATO, la UE, la BCE, le NWO, il WEF e la mafia?

Qual è la differenza se non la scala degli interessi e delle azioni? Anzi la qualità e gli effetti delle azioni mafiose sono, almeno dopo le stragi del 1993 (e sorvoliamo sui sospetti di trattative) di certo meno disastrosi per il lavoro, per la ricchezza, per la salute, per quel che rimane dell’ordinamento democratico, di quanto lo siano i criminali che si riuniscono per dirci che dobbiamo affrettarci a morire, che non dobbiamo mangiare carne ma vermi, che dobbiamo gradire i loro intrugli chimici, che dobbiamo sostenere le loro guerre col nostro lavoro…
Non nego che la mafia faccia vittime e compia delitti.

No, dico che istituzioni che nessuno ha votato, che nessuno ha democraticamente legittimato – operanti su scala ben più vasta di questa siciliana – si comportano con arroganza, forza ed effetti palesemente e tangibilmente peggiori di quelli della mafia. È un dato di fatto innegabile.

Se in questo frangente, un cittadino siciliano, trovandosi di fronte al dilemma se assicurarsi o meno i mille euro che l’economia di Bruxelles mette a disposizione attraverso le pale eoliche di MMD, se questo cittadino sceglie di continuare a sopravvivere, non sta a un qualsiasi Pifcicisbeo ergersi a giudice. Chi è costui per giudicare? È uno che si è assicurato pagnotta e companatico, genuflettendosi al potere, ben più di quanto il dignitoso cittadino siciliano sia chino alla mafia.
Questa situazione dovrebbe interrogarci, se davvero siamo in mano a istituzioni alle quali affidare il presente e il futuro; se siamo in mano a istituzioni che hanno il diritto di porre la mafia sul banco degli imputati senza accusare se stesse, dopo almeno trent’anni. La risposta, quantunque taciuta, è scontata, incapace di un’effettiva ammenda dal basso perché le popolazioni sono addomesticate da un neo terrorismo, meno rozzo di quello passato ma non meno efficace. Aggiungiamo che specialmente in Italia, dalla morte di Aldo Moro in avanti, manca una guida politica per gli italiani. Non bastasse, a questo si somma la profonda e ramificata spaccatura nel Vaticano, privo di credibilità. Le cerchie egemoni che hanno combattuto la civiltà cattolica si accorgeranno di aver segato il ramo su cui sono sedute; nel frattempo dobbiamo deliziarci con le loro follie.
La guerra della quale siamo solo agli inizi è determinata storicamente ed economicamente, grazie a quei limiti politici, alle stragi incessanti e alle speculazioni spietate a danno dell’umanità. Ovvio che vaste porzioni non aggiogabili dell’umanità reagiscano per difendere la propria esistenza. Finché c’è guerra, quindi, c’è speranza. Cristo vince, anche attraverso la guerra.


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