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Wagner, lo Zar e la NATO. Kramatorsk, menzogna oltre ogni limite.

giu 30, 2023

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste considerazioni sui recenti, ancora tutt'altro che chiariti, eventi in Russia e Ucraina. In calce trovate anche una valutazione del prof. Augusto Sinagra, che ringraziamo per la cortesia, su Ktamatorsk. Buona lettura e condivisione.This is a subtitle for your new post

Wagner, lo Zar e la NATO

Sto chiudendo questo testo per inviarlo a Tosatti alle ore 21 del 29 giugno 2023. E' importante registrare il tempo, visto che l’analisi riguarda la rivolta di Prigozhin e del gruppo Wagner e la situazione in divenire degli avvenimenti che in cui sono coinvolti insieme a Putin, al Cremlino, alla Russia ed al mondo intero, potrebbe essere stravolta nel giro di poche ore da nuovi ed inattesi colpi di scena.

Ricapitoliamo cosa abbiamo visto accadere finora (cosa è accaduto veramente è cosa diversa):

Prigozhin attacca verbalmente i vertici militari russi e, senza nominare Putin, spiega che "l'operazione militare speciale" del 24 febbraio 2022 era stata creata senza motivo, che l'Ucraina non aveva fatto nulla di serio contro la Russia e le popolazioni russofone e che il vero motivo dell’attacco era la corruzione dei capi militari russi.

Putin reagisce parlando di Tradimento e chiama alla mobilitazione;

Prigozhin concentra i suoi a Rostov e da quì inizia la marcia con 25.000 componenti del suo esercito d'elite, per arrivare a Mosca e conquistarla;

A "soli" 200 Km da Mosca, grazie ai buoni uffici di Lukashenko, Presidente della Bielorussia, Prigozhin ferma i suoi, dice che non vuole spargimenti di sangue fraterno, e fa marcia indietro;

Prigozhin ed i combattenti del gruppo Wagner spariscono dai radar, si pensa che siano in Bielorussia, ma non vi è certezza;

Riappare anche Putin alla TV di Stato russa con una dichiarazione e poi davanti alle alte sfere militari per ringraziarli della compattezza e della lealtà al popolo russo commemorando anche i morti che si sono sacrificati (sembra che sia stato realmente abbattuto un aereo ed anche un elicottero).

Fine della rivolta e adesso, a bocce ferme (?), possiamo ragionarci sopra.

Anzitutto non c'è alcuna boccia ferma, tutto è in movimento, per non dire in subbuglio, in un caos semi controllato con spinte e controspinte delle quali nessuno sa, o fa vedere, la provenienza né la direzione.

Le ipotesi sul perché della "Ribellione" di Prigozhin sono tante: E' un traditore; E' un patriota; E' un uomo d'affari che vede rotto il suo giocattolo e la sua gallina dalle uova d'oro; E' un uomo di potere; Altro.

E' un traditore:

Un comandante che fino al giorno prima guida le proprie truppe alla conquista di Bakhmut, raggiunge gli obiettivi con lacrime e sangue e poi diserta dichiarando pure che le battaglie finora condotte sono il frutto della corruzione dei vertici militari di Mosca non può che essere un traditore.

A questa conclusione spingono anche molti altri dettagli: il fatto che la CIA fosse al corrente, da diversi giorni, dei futuri sviluppi la dice lunga sui contatti in campo e non è remota l'ipotesi che l'intelligence americana, ed ancora di più l' MI 6 inglese, non abbia solo attivato la funzione di ascolto, ma anche quella di ispirazione e trasmissione di ordini dettagliati per sovvertire i vertici russi.

E' un patriota

Solo un uomo della sua tempra e della sua volontà guida gli uomini in battaglia, vince e poi si ribella vedendo l'esercito regolare che non continua l'avanzata sul campo, anzi si trincera in modo codardo consentendo la controffensiva ucraina. Solo un patriota come lui decide di sfidare apertamente l'esercito regolare e poi desiste per non versare sangue del proprio sangue.

Questa ipotesi è la più patetica ed è stata costruita, ed avallata, dai media occidentali ben noti per imparzialità, acume e professionalità. La raccolta delle forze di Prigozhin a Rostov non ha nulla di eccezionale, essendo quello il loro retroterra logistico e la loro base avanzata già da tempo. Sembra che i 25.000 uomini d'elite non superassero in realtà i 5.000. Nella "marcia" di avvicinamento a Mosca hanno evitato accuratamente tutti i grandi centri per non trovarsi a contatto con unità consistenti dell'esercito regolare russo che, forse, non si sarebbero affiancati a loro e non sarebbero neanche rimasti indifferenti. A "soli" 200 Km da Mosca decide il dietrofront quando, ci dicono, capisce che continuare la marcia provocherà spargimento di sangue. In realtà scopre di essere isolato, vede la catena logistica dei propri rifornimenti allungarsi e troncarsi, vede le defezioni che iniziano a falcidiare i propri uomini, non vede alcun reparto russo che si ribelli e che arrivi in suo appoggio e non ci sono neanche le masse di manifestanti che accorrono per manifestare il proprio appoggio anti regime.

Anche cercare protezione da Lukashenko, dopo aver marciato verso Mosca dichiarando false le ragioni per cui combatteva, anzi no, in realtà voleva solo fare un po' di chiarezza, ecco, non è molto patriottico.

E' un uomo d'affari - E' un uomo di potere

Le due ipotesi posso essere ricondotte ad una sola nell'ottica della nomenclatura russa, ma non è reale:

Anzitutto l’immagine è da definire al passato, nel senso che non lo sarà più. Indipendentemente da quello che accadrà in futuro, chi si fiderà più di un uomo che, per denaro o per potere, morde la mano che finora lo ha nutrito e con cui ha collaborato in modo, sembrava, deciso e trasparente ? La fiducia è la base di ogni rapporto, se quella manca non c'è alcun rapporto duraturo.

In seconda battuta Prigozhin, più che un uomo di potere o d'affari, si è rivelato un semplice commerciante. Qualcuno, cioè, che ha un prodotto da vendere e lo offre sul mercato cercando di lucrare sulle transazioni. Il prodotto è la Wagner stessa che, se occorre ricordarlo, non è operativa solo in Ucraina ma, molto prima e molto di più, in Africa e da altre parti. Il prodotto, però, si è deteriorato, non è più vendibile ed anzi rischia di infettare chi si avvicina per utilizzarlo.

Altro

Detto questo c'è ancora l’ipotesi che tutta la sceneggiata sia stata condotta con il pieno consenso ed appoggio di Putin stesso. In quest'ottica, improbabile, Putin avrebbe usato Prigozhin per scovare i propri nemici interni del Cremlino e della nomenclatura, farli venire allo scoperto per eliminarli o renderli inoffensivi. Questa ipotesi attiene più alla fantapolitica che non alla realtà delle cose, anche se una parte potrebbe anche essere reale. Non sembra credibile una unione d'intenti tra Putin e Prigozhin, ma considerando che Putin era al corrente, almeno 24 ore prima, che la sceneggiata stava per iniziare ed ha lasciato che evolvesse, non è peregrino pensare che l’abbia usata per volgerla in suo favore e scovare eventuali altre talpe interne, soprattutto per smascherare agenti CIA ed MI 6 dentro al Cremlino e nelle immediate vicinanze.

Il possibile arresto del generale Surovikin, non confermato ma quasi certo, per aver scelto di appoggiare Prigozhin, sarebbe solo un primo passo su questa strada. Surovikin non è certo l'ultima ruota del carro. Era stato il comandante delle forze russe in Ucraina da ottobre 2022 a Gennaio 2023 per essere poi sostituito proprio da Valery Gerasimov, capo di Stato Maggiore ed uno dei due nomi che il capo della Wagner chiedeva di rimuovere, insieme al Ministro della difesa Shoigu.

Già due giorni prima della rivolta di Prigozhin i russi avevano scoperto e arrestato agenti dei servizi ucraini a Mosca. Sembra che questi elementi dovessero intervenire con azioni terroristiche, sabotaggi, esplosioni, o altro per seminare paura e confusione durante la rivolta. Le autorita’ russe sarebbero state così presentate come impotenti e incapaci di difendere la popolazione. Le azioni terroristiche dovevano avvenire in concomitanza alla marcia verso Mosca di Prigozhin, il salvatore della patria. La gente sarebbe insorta contro Putin acclamando il liberatore Prigozhin.

Il tempo ci dirà se queste ricostruzioni sono realistiche, ma comunque sono supportate dalle stesse dichiarazioni di Prigozhin che con funambolica giravolta utilizza proprio i racconti della CIA e dei servizi ucraini, che vanno di moda in occidente, per indire la sua rivolta. Non c’era stata alcuna provocazione dell’Ucraina, i Russi stanno perdendo la guerra, l’aggressione è frutto della corruzione, dell’incompetenza e dell’incapacità di Mosca. Realmente sembra che il copione sia stato scritto dai servizi segreti occidentali.

Se guardiamo con realismo ed eliminiamo le scorie, almeno quelle più evidenti, rimangono pochi punti certi:

1) Prigozhin è stato utilizzato dalle intelligence occidentali (CIA e MI 6) per cercare di rovesciare Putin, con una paurosa miopia politica, prima ancora che militare. Ammesso che l'azione fosse andata in porto, il potenziale sostituto di Putin, fosse anche stato lo stesso Prigozhin, sarebbe stato un falco e non certo una colomba. Se Prigozhin, come ipotizzabile, fosse stato imbeccato, se non telecomandato, da MI 6 e CIA, i servizi segreti e l'esercito russo lo avrebbero comunque eliminato in breve tempo e sostituito con un vero falco d'attacco. L'ipotesi più peregrina è la sostituzione di Putin con una colomba accondiscendente o con un ubriacone imbelle come il predecessore di Putin. Per ora la vita di Prigozhin non corre pericoli. Non in questi momenti. La sua eliminazione adesso sarebbe inopportuna, da qualunque parte arrivi il mandante. Non può, però, limitarsi a sperare nell'esilio in Bielorussia e nella protezione di Lukashenko. Non è sufficiente nel caso il mandante provenga da occidente ed abbia lo scopo di chiudere discorsi imbarazzanti, ma non sarà sufficiente neanche se arriva da Mosca. Trotsky aveva pensato di sparire in Messico, ma è stato raggiunto ugualmente.

2) Putin esce molto rafforzato da questi avvenimenti. L'esercito, i servizi segreti, i politici, la stessa popolazione russa, si sono schierati apertamente con lui. Il racconto farlocco che i media occidentali ci ammanniscono è solo l'ennesima prova di incompetenza, prima ancora che di cervelli all'ammasso e di falsità evidenti. Putin non sostituirà, ovviamente, il Ministro della Difesa, ne il Capo di Stato Maggiore. L'azione di Prigozhin è stata, in questo senso, il miglior collante per farli rimanere nelle loro poltrone. Saranno sostituiti, ma in futuro, non adesso.

Così come sarà accelerato l'aggiornamento dell'intero esercito russo che era stato già riformato parecchie volte dalle condizioni di sfacelo e di corruzione dei tempi di Eltsin, ma non è mai stato oggetto di un repulisti ed una revisione radicale. Le divisioni Wagner, in fondo, erano uno degli esperimenti per rimodernare l'esercito. Si è capito che quella è la strada corretta, un esercito d'elite, motivato e ben equipaggiato, ma non si può appaltare a dei mercenari la difesa della Patria, delle famiglie e delle istituzioni.

Anche in questo campo ci saranno notevoli novità. I combattenti della Wagner potranno essere incorporati nell’esercito russo e gli armamenti pesanti stanno già passando di competenza, mentre la parte economica finirà per essere pure incorporata dalla Federazione russa, ma in un altro senso. In alternativa le unità Wagner potrebbero entrare a far parte dell’esercito della Bielorussia e questo porterebbe enormi vantaggi a Lukashenko e a Putin. L’esercito bielorusso non è propriamente un fulmine di guerra ed un suo irrobustimento in tempi brevi creerebbe qualche problema alla Polonia ed ai suoi pruriti di rivalsa sulla Russia e di potenziali annessioni polacche di parte del territorio ucraino. Lukashenko, che finora è stato sempre considerato alla stregua di un burattino di Putin, si è accreditato come mediatore di pace credibile ed autorevole. Non dovrebbe disprezzare troppo l’aumento della propria visibilità anche a livello militare, soprattutto se questo porterà in dote qualche grattacapo aggiuntivo alla NATO in generale ed alla Polonia in particolare.

3) Il fatto che la CIA (stranamente nessuno parla dell'MI 6) fosse al corrente da diversi giorni di cosa bolliva in pentola e, indipendentemente da chi ha progettato o ispirato il tutto, non ci sia stata alcuna comunicazione, neanche ufficiosa, a Mosca, di quello che si stava preparando, e di cui Mosca era peraltro al corrente, la dice lunga sui rapporti futuri che finora, pur nella guerra dell'infiltraggio e della disinformazione, sono stati condotti a livelli ben più seri. Anche quando si trama segretamente contro il nemico si fa filtrare qualche informazione, soprattutto per invocare la propria innocenza e buona fede nel caso il tentativo vada a male e preservare cosi anche le proprie fonti ed i propri infiltrati, oltre a lasciare aperte le strade diplomatiche che devono continuare e rimanere credibili. In questo caso si è deciso, invece, di tagliare tutti i ponti e, con i ponti distrutti, non sono possibili contatti umani. Si può discutere solo con frecce, schioppettate o missili ipersonici a seconda della tecnologia disponibile. Purtroppo questa è una ulteriore conferma di quali siano i reali obiettivi dei governanti USA e di quelli inglesi. E’ anche il loro infimo livello di percezione della realtà.

4) La reazione della Cina (ed anche di questo quasi nessuno parla) è stata di una chiarezza disarmante. All'assordante silenzio dei primi giorni, sono seguite dichiarazioni e contatti ad altissimo livello per sottolineare l'assoluta unità d'intenti tra Mosca e Pechino che i maneggi occidentali, tramite la marionetta Prigozhin, cercavano di incrinare. Quanta differenza, di stile prima ancora che sostanziali, con le ipocrite dichiarazioni del Presidente USA e dei suoi accoliti, di non ingerenza negli affari interni russi, come se esulassero da tutto il resto e non ne fossero parte integrante e sostanziale.

5) La guerra in Ucraina acquisterà sempre più i connotati, reali e non solo di contorno, di una guerra Russia - NATO. La stessa distruzione del ristorante di Kramatorsk di ieri 28 Giugno, ne è la dimostrazione più evidente. Il commento russo alle pelose proteste occidentali è stato lapidario: “colpiamo obiettivi militari”.

In occidente sono virali le foto in rete di due delle ragazze uccise, ma non vengono divulgate le foto di tutti i mercenari presenti, né i morti né i molti sopravvissuti, probabilmente istruttori ed addestratori occidentali in un centro di comando occulto e indegnamente mimetizzato nelle strutture civili frequentate anche da molti giornalisti occidentali che, forse, facevano doppiamente da scudo.

Che nessuno dei giornalisti con cui i mercenari occidentali erano quotidianamente in contatto abbia mai fatto cenno di queste ingombranti presenze è un altro segnale della libertà ed indipendenza delle nostre fonti informative. E' più salutare parlare delle povere vedove ucraine che frequentano i cimiteri che di 007 in pensione che frequentano le linee del fronte. Comunque anche l'attacco a Kramatorsk è un segnale chiaro che saranno attaccate sempre più le strutture logistiche e della catena di comando e supporto occidentale su cui Kiev si è finora appoggiata. Si passa quindi, anche qui, ad un livello superiore di attacco e non è improbabile che in futuro le forze aeree avranno sempre più voce in capitolo, dopo aver distrutto le difese al suolo e riconquistato totalmente lo spazio aereo.

6) E' dimostrata anche l'inconsistenza della famosa controffensiva ucraina che, nonostante il discreto caos che dovrebbe regnare a Mosca, non riesce ad avanzare e sfondare in nessuno dei punti del fronte, lungo centinaia di chilometri, e devono spacciare per trionfo, ad uso e consumo del pubblico occidentale, la rioccupazione di qualche sperduto villaggio con pesantissimi costi umani (ucraini) e di mezzi militari (occidentali). Temo che il salto di livello dello scontro si vedrà nei prossimi giorni. Finora la Russia aveva evitato di colpire a fondo le infrastrutture ucraine (centrali elettriche, ferrovie, ecc.). Da oggi la guerra sarà totale.

7) E' dimostrata anche, se mai ve ne fosse ancora bisogno, l'insipienza, l'incompetenza e la falsità dei media occidentali, con qualche eccezione negli USA, che distorcono palesemente le notizie anche quando, per errore, dicono la verità. Il riferimento non è solo alla presenza di giornalisti a fianco dei mai citati mercenari occidentali nella struttura di Kramatorsk distrutta dai missili russi. Tutta la conduzione, il racconto, l’esaltazione della figura di Prigozhin (finora immonda bestia nera) al suo schierarsi contro Putin ed anche il complice silenzio al rientrare della rivolta, testimonia della falsità dei resoconti ed il servilismo di chi dovrebbe essere al servizio della verità.

8) Prendiamo atto che nessuno tra i media abbia sottolineato come si stia correndo verso una radicalizzazione del conflitto NATO-Russia, che neanche una voce si sia alzata per proporre trattative neanche nei giorni in cui sembrava che il dito sul grilletto atomico potesse essere quello di un pazzoide come Prigozhin. Nessuno che confermi che si sia già passati, come abbiamo visto, dalle armi convenzionali a quelle non convenzionali con l'opzione atomica sempre più all'orizzonte. Non si era mai vista, nella Storia, una potenziale marcia su Mosca per rovesciare lo Zar di turno ed il fatto che USA e Regno Unito abbiano potuto ipotizzare o ispirare qualcosa di simile la dice lunga su come, realmente, Dio acceca chi vuole far perdere. Fra le armi non convenzionali non vanno annoverate solo quelle che implicano il tradimento telecomandato e fallito, ma anche l'uso dell'energia (che gli USA hanno indotto e di cui iniziano ad essere vittime pur se con notevoli profitti e breve termine), l'uso della finanza e dell'economia (con il declino sempre più evidente del dollaro e lo spostamento dei centri decisionali a Pechino, Mosca e nei paesi Brics), l'uso dell'arma tecnologica (dove sia in campo civile che in quello militare, i cinesi, che prima correvano al doppio degli occidentali, adesso stanno correndo 50 volte più velocemente);

9) Ultima, ma non meno importante, la considerazione sulla totale inconsistenza della UE e del nostro Governo in reazione agli avvenimenti di ribellione da cui siamo partiti. Un tentato colpo di Stato in Russia, il Paese che ha più armi atomiche al mondo, viene liquidato come affare interno da non commentare e su cui non interferire. Non c'è alcun pronunciamento ufficiale nè ufficioso. Penso che un ubriacone di paese alla sua uscita serale dalla bettola di turno si sarebbe preoccupato con più cognizione ed avrebbe trovato qualche commento più attinente ai fatti. Anche sui rapporti interni alla Ue e con gli USA ci sarebbe molto da dire. Basterebbe pensare ai colloqui intercorsi durante questa crisi tra Biden, UK, Francia e Germania, con l'Italia mai interpellata neanche per coprire una scortesia evidente che si è cercata di nascondere con l'invito, tardivo, della nostra amata Primer negli USA per le ferie del mese prossimo. Uno sfacelo che non si cerca neanche di mascherare, limitandosi a tacitare domande inopportune e sfoggiando improbabili sorrisi di circostanza.

Vincenzo Fedele

***

 

LA MENZOGNA OLTRE OGNI LIMITE

Nella località ucraina di Kramatorsk un edificio con un ristorante a pian terreno è stato colpito e distrutto da un missile russo.

In questo edificio alloggiavano Ufficiali di Paesi occidentali che sostengono militarmente l’Ucraina e alloggiavano anche molti mercenari provenienti anch’essi da Paesi occidentali.

Nell’edificio era allocato un centro strategico e operativo militare.

I miliziani stranieri sono stati uccisi e con essi, purtroppo, hanno perso la vita anche tre bambini.

Subito si sono levati alti lai di condanna ed esecrazione dall’Atlantico all’Europa e non si è persa l’occasione di accusare Putin di crimini di guerra.

La logica e la realtà della guerra ne vengono stravolte: Putin avrebbe dovuto sapere della presenza dei tre poveri bambini … ma i responsabili ucraini e occidentali evidentemente non si erano resi conto che l’edificio era un obiettivo militare e che in Ucraina i militari stranieri forse pensano di giocare a Risiko.

O altrimenti c’è da pensare che questa brava gente vuole usare civili e anche bambini per farsene scudo. E questo è ignobile e inammissibile.

Quelli che maggiormente condannano il triste evento sono gli stessi che si resero autori di sistematici e programmati bombardamenti terroristici in Italia su città inermi, non su obiettivi militari.

Questi bombardamenti terroristici provocarono la morte di migliaia di bambini.

Ricordo solo il bombardamento americano del 20 ottobre 1944 sulla scuola elementare “Francesco Crispi” di Gorla, vicino Milano. In questa occasione di bambini, consapevolmente e volutamente, ne furono uccisi 85.

E non parlo solo di bambini italiani, ci sono anche i bambini tedeschi, giapponesi, iracheni, siriani, somali, libici, ecc. Praticamente i bambini di mezzo mondo.

E certa gente che evidentemente ha la faccia come il deretano, dove in realtà risiede la loro anima, ha il coraggio di accusare il Presidente Vladimir Putin di crimini di guerra per quanto accaduto a Kramatorsk.

Il Dio degli Eserciti li punirà come meritano.

Augusto Sinagra

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