I numeri delle tabelle proposte permettono alcune osservazioni interessanti.
1-ci sono tantissimi morti anche dopo aver imposto il “rimedio salvifico” al Coronavirus…
Se il 2020 è stato l’anno con il maggior numero di decessi, il 2021 e il 2022 mantengono una conta finale al di sopra dei 700000 morti complessivi, con che vale un significativo +10% rispetto all’epoca pre-Covid.
2-Abbiamo infragilito i più fragili
Fino al 2015-2019 tra gli ultra 75enni si contavano il 75,5% dei decessi totali (645000).
Nel 2020 tale percentuale ammontò al 76,4% (su 746000).
Nel 2021 e 2022 rispettivamente al 75,4% (su 709000) e 77,0%.
L’andamento vede perciò particolarmente falcidiata l’età più avanzata nel 2020 (annus horribilis causato anche da diversi errori terapeutici), ma anche nel 2022 (in cui la pluri-sierazione sta presentando il conto).
3- Nel 2021 muoiono più persone in età lavorativa di quante ne siano morte in precedenza.
Nella fascia dei 40-64enni si è passati da circa 63000 decessi nel 2015-2019 a 68000 nel 2020 (l’anno dell’esplosione del Covid-19), ma poi, invece di diminuire, si è ulteriormente saliti a 69000 nel 2021 (manca ancora il dato 2022) quando si è inoculata gran parte della popolazione di quell’età, anche per potersi recare al lavoro senza fare il tampone. Quindi anche in questa fascia si conta un +10% rispetto al 2015-19.
Nella fascia dei 25-39enni, comunque decisamente meno vaccinata della precedente, nel 2015-19 ci furono 4600 decessi circa. Nel 2020 scesero a 4200 (meno, perchè il Covid li toccò poco e ci fu minor circolazione di persone). Ma nel 2021 si è risaliti a 4500. Nel 2021, è bene ricordarlo, non era ancora iniziato il fenomeno dei malori improvvisi tra le persone più giovani, divenuto assai più diffuso dal 2022.
4-Abbiamo voluto vaccinare (quasi) tutti, ma in base a che cosa?
La conta di individui positivi da inizio epidemia è di quasi 26 milioni, con prevalenza femminile (53,5%). Tra i deceduti però la percentuale vede al 55,5% i maschi. Al di sotto dei 60 anni si contano 19,3 milioni dei suddetti 26 milioni di positivi (praticamente i tre quarti) e nemmeno 9000 decessi totali “con Covid” (che non significa “di Covid”).
Quindi la “terribile malattia” al di sotto dei 60 anni ha una mortalità dello 0,046% (quindi meno di 5 casi ogni 10000).
E per questo abbiamo fatto rischiare ogni sorta di effetto collaterale a milioni e milioni di persone?
Tanto più che i vaccinati possono comunque contagiarsi e contagiare e quindi non è vero che così avremmo protetto i più fragili.
E chi l’ha detto poi che a rischio fossero gli over 50? Su 7,1 milioni di positivi tra 50 e 69 anni i decessi (“con Covid” e non necessariamente “di Covid”) sono stati 24800, con una mortalità dello 0,34%.
Da notare che alla conta dei positivi ha concorso soprattutto l’obbligo e la moda di tamponarsi e non ad esempio una razionale attenzione ai “fragili” ultra 70enni, che infatti, essendo i meno tamponati (salvo nelle RSA e in ospedale) portano poi ad avere 160000 morti attribuiti al Covid su 3,6 milioni di casi, con un temibilissimo tasso di mortalità del 4,4% ovviamente falsato dalle precondizioni statistiche, ma abilmente manipolato dalla narrazione per spargere il terrore.
Se si contano morire per il coronavirus i ricoverati per qualsiasi patologia, gli ultra-anziani e i malati terminali, si possono toccare anche letalità del 12% sopra i 90 anni. Alzi la mano chi ci crede, se poi si pensa a come (non) si è curato prima (tachipirina e vigile attesa), durante (ventilazione e sedazione) e dopo (no autopsie).
5-Dati regionalizzati con qualche sorpresa
La Lombardia non è la regione con la peggior situazione nel confronto tra il 2015-19 e il 2022. I quasi 111000 morti lombardi stimati a fine 2022 valgono un +11% sul 2015-19. Ma è uguale nel Veneto, va un po’ peggio in Campania, Calabria, Sicilia (+11,5%) e molto male in Sardegna (+20%).
Nel confronto tra la mortalità nel novembre 2022 verso novembre 2021 balza all’occhio un peggioramento sensibile (maggiore al 3%) in Piemonte, Liguria e la già segnalatasi Sardegna, mentre le cose sono andate decisamente meglio (decessi diminuiti anche del 5% e oltre) in Friuli V.G., Puglia e Molise.
6-Ricordiamoci sempre che ad ogni decesso in eccesso si accompagnano almeno tre o quattro invalidità gravi e una dozzina di condizioni di salute decisamente peggiori di prima.
Stimiamo (a fine 2022, dopo la campagna inoculatoria quasi manu militari ed impiegando generali, protezione civile e tutti i mezzi di propaganda per intimidire) che oltre al 10% di morti in eccesso, vi sia un altro milione di italiani che sta facendo pesantemente i conti con il "siero miracoloso".
Sono certo che altri acuti lettori potranno scovare altri spunti.
AAE
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