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I Dati ISS sui Decessi di Questi Anni. Il Disastro dell'Inoculazione Forzata.

feb 22, 2023

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, un amico ci ha inviato le tabelle Istat sui decessi di questi ultimi anni, e naturalmente le abbiamo girate al nostro Arrendersi All'Evidenza, che ringraziamo di cuore per i commenti che ha inviato, e che offriamo alla vostra attenzione. Buona lettura e diffusione.

P.S. Una lettrice che ringraziamo di cuore, ci segnala:

Buongiorno dott. Tosatti, nella tabella si indicano casi COVID e mortalità: nel gruppo femmine 0-9 anni, a fronte di 23 decessi, si indica nel 12% la percentuale degli stesi su tutto, ebbene, essa è, nella realtà, lo 0,012%. Se trattasi di errore dell’ISTAT, beh mi pare importante segnalarlo.

§§§


I numeri delle tabelle proposte permettono alcune osservazioni interessanti. 


1-ci sono tantissimi morti anche dopo aver imposto il “rimedio salvifico” al Coronavirus… 

Se il 2020 è stato l’anno con il maggior numero di decessi, il 2021 e il 2022 mantengono una conta finale al di sopra dei 700000 morti complessivi, con che vale un significativo +10% rispetto all’epoca pre-Covid. 


2-Abbiamo infragilito i più fragili

Fino al 2015-2019 tra gli ultra 75enni si contavano il 75,5% dei decessi totali (645000). 

Nel 2020 tale percentuale ammontò al 76,4% (su 746000). 

Nel 2021 e 2022 rispettivamente al 75,4% (su 709000) e 77,0%. 

L’andamento vede perciò particolarmente falcidiata l’età più avanzata nel 2020 (annus horribilis causato anche da diversi errori terapeutici), ma anche nel 2022 (in cui la pluri-sierazione sta presentando il conto). 


3- Nel 2021 muoiono più persone in età lavorativa di quante ne siano morte in precedenza. 

Nella fascia dei 40-64enni si è passati da circa 63000 decessi nel 2015-2019 a 68000 nel 2020 (l’anno dell’esplosione del Covid-19), ma poi, invece di diminuire, si è ulteriormente saliti a 69000 nel 2021 (manca ancora il dato 2022) quando si è inoculata gran parte della popolazione di quell’età, anche per potersi recare al lavoro senza fare il tampone. Quindi anche in questa fascia si conta un +10% rispetto al 2015-19.   


Nella fascia dei 25-39enni, comunque decisamente meno vaccinata della precedente, nel 2015-19 ci furono 4600 decessi circa. Nel 2020 scesero a 4200 (meno, perchè il Covid li toccò poco e ci fu minor circolazione di persone). Ma nel 2021 si è risaliti a 4500. Nel 2021, è bene ricordarlo, non era ancora iniziato il fenomeno dei malori improvvisi tra le persone più giovani, divenuto assai più diffuso dal 2022.


4-Abbiamo voluto vaccinare (quasi) tutti, ma in base a che cosa?


La conta di individui positivi da inizio epidemia è di quasi 26 milioni, con prevalenza femminile (53,5%). Tra i deceduti però la percentuale vede al 55,5% i maschi. Al di sotto dei 60 anni si contano 19,3 milioni dei suddetti 26 milioni di positivi (praticamente i tre quarti) e nemmeno 9000 decessi totali “con Covid” (che non significa “di Covid”). 


Quindi la “terribile malattia” al di sotto dei 60 anni ha una mortalità dello 0,046% (quindi meno di 5 casi ogni 10000). 


E per questo abbiamo fatto rischiare ogni sorta di effetto collaterale a milioni e milioni di persone? 


Tanto più che i vaccinati possono comunque contagiarsi e contagiare e quindi non è vero che così avremmo protetto i più fragili. 

E chi l’ha detto poi che a rischio fossero gli over 50? Su 7,1 milioni di positivi tra 50 e 69 anni i decessi (“con Covid” e non necessariamente “di Covid”) sono stati 24800, con una mortalità dello 0,34%. 

Da notare che alla conta dei positivi ha concorso soprattutto l’obbligo e la moda di tamponarsi e non ad esempio una razionale attenzione ai “fragili” ultra 70enni, che infatti, essendo i meno tamponati (salvo nelle RSA e in ospedale) portano poi ad avere 160000 morti attribuiti al Covid su 3,6 milioni di casi, con un temibilissimo tasso di mortalità del 4,4% ovviamente falsato dalle precondizioni statistiche, ma abilmente manipolato dalla narrazione per spargere il terrore.             

Se si contano morire per il coronavirus i ricoverati per qualsiasi patologia, gli ultra-anziani e i malati terminali, si possono toccare anche letalità del 12% sopra i 90 anni. Alzi la mano chi ci crede, se poi si pensa a come (non) si è curato prima (tachipirina e vigile attesa), durante (ventilazione e sedazione) e dopo (no autopsie). 

     

5-Dati regionalizzati con qualche sorpresa

La Lombardia non è la regione con la peggior situazione nel confronto tra il 2015-19 e il 2022. I quasi 111000 morti lombardi stimati a fine 2022 valgono un +11% sul 2015-19. Ma è uguale nel Veneto, va un po’ peggio in Campania, Calabria, Sicilia (+11,5%) e molto male in Sardegna (+20%).

Nel confronto tra la mortalità nel novembre 2022 verso novembre 2021 balza all’occhio un peggioramento sensibile (maggiore al 3%) in Piemonte, Liguria e la già segnalatasi Sardegna, mentre le cose sono andate decisamente meglio (decessi diminuiti anche del 5% e oltre) in Friuli V.G., Puglia e Molise.

 

6-Ricordiamoci sempre che ad ogni decesso in eccesso si accompagnano almeno tre o quattro invalidità gravi e una dozzina di condizioni di salute decisamente peggiori di prima.

Stimiamo (a fine 2022, dopo la campagna inoculatoria quasi manu militari ed impiegando generali, protezione civile e tutti i mezzi di propaganda per intimidire) che oltre al 10% di morti in eccesso, vi sia un altro milione di italiani che sta facendo pesantemente i conti con il "siero miracoloso". 

 

Sono certo che altri acuti lettori potranno scovare altri spunti. 

 

AAE

 

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