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Il Saccheggio dei Monasteri. Ma le Clarisse di Ravello Resistono…

gen 28, 2023

Marco Tosatti


Carissimi StilumCuriali, un fedele amico del nostro sito offre alla vostra attenzione questo articolo che tratta della discutibile gestione del Dicastero che si occupa di vita consacrata. Stilum Curiae si era già occupato di questo problema a questo collegamento. Buona lettura e condivisione.


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Cari amici e nemici di Stilum Curiae, 

spulciando tra la rassegna stampa del 27 gennaio abbiamo scoperto questa interessante notizia che viene dalle belle rive della Costiera Amalfitana ma in realtà riguarda il Vaticano. Eh sì perché pare proprio che a Ravello – la famosa cittadina medievale arroccata a strapiombo sul mare con una veduta mozzafiato tra le insenature del mare di Amalfi – ci sia un antichissimoMonastero di clarisse, forse il più antico almeno del meridione d’Italia, che attualmente sia abitato solo da tre monachelle che – leggiamo – “resistono per obbedienza al Papa…”. Pare infatti che essendo state – al solito – commissariate da quello che oggi si chiama “Dicastero per la Vita Consacrata” con la finalità – ufficiale – di accertarsi dello stato patrimoniale e finalizzare la soppressione dell’ente ma, in realtà, al solito scopo di incamerare i beni e spartirseli alla bene e meglio, le suorine (di cui una 95enne, una indiana e una più giovane di Nola) per evitare che i loro sacrifici e i beni donati con tanto amore e tanta fede, nei secoli, dai vari benefattori andassero perduti, hanno pensato di donare tutto al papa. Tutto ciò avveniva tra la fine del 2021 e gli inizi del 2022. La storia la potrete leggere tra poco in questo buon pezzo di cronaca di Emiliano Amato, giornalista ravellese legato (ci dice dopo che l’abbiamo contattato per saperne di più) al monastero da antichi vincoli familiari, tra cui anche quelli di vecchia zia monaca. Ciò che però a noi interessa è ribadire quanto abbiamo già fatto presente in tempo non sospetto proprio due anni fa (qui) ma anche in tempi più recenti, parlando proprio del saccheggio dei monasteri da parte di quei discutibili personaggi responsabili del dicastero dei religiosi capitanati dal card. Braz de Aviz e dall’arcivescovo francescano Carballo, accogliendo anche un vibrante intervento di S.E. Mons. Viganò, raccontando di come il dicastero che dovrebbe aver cura di incrementare e tutelare la vita religiosa dei consacrati e delle consacrate del mondo cattolico in realtà – supportato dalla riforma di papa Bergoglio del 2016 con l’ipocrita costituzione apostolica Vultum Dei quaerere e la nefasta istruzione Cor orans – di fatto abbia ormai come unica attività sembra avere quella di frugare dentro i monasteri e depredarli, del tutto incurante di cosa possano significare – come vediamo in questo caso delle clarisse di Ravello – presidi spirituali come i monasteri di clausura. 


Nella vicenda – che naturalmente il giornalista campano riporta per dovere di cronaca e spirito di partecipazione ma di cui ignora i dettagli più intricati che saranno stati certamente custoditi dal rigoroso silenzio nel quale vivono le monache superstiti in attesa di qualche segno della Provvidenza – avvezzi come siamo alle isterie del sistema vaticano e al torbido nel quale ormai sembrano vivere molti che là dentro gestiscono il potere, stupisce piuttosto quest’ultima fase degli eventi: da quello che leggiamo sembra cioè che il Papa abbia accettato la donazione ­– e ti pareva! Si parla di circa 50-60 milioni di euro di patrimonio… figurarsi se la chiesa-povera poteva farsi scappare un malloppo simile!! – ma a pochissimi giorni da questa accettazione il dicastero abbia notificato alle suore l’ordine di sfratto, o meglio un trasferimento coatto ad altri monasteri (pure per la monaca 95enne che sta lì dal ’55!), pena la loro cacciata dall’ordine delle clarisse. Questo fatto denota un evidente cortocircuito del sistema: perché mai il dicastero avrebbe dovuto, pur sapendo (si presume) della donazione accolta, trasferire le monache altrove, svuotando così il monastero che comunque andava verso la soppressione? Non sanno che se lo svuotano non c’è nessuno che possa perfezionare la donazione? Chi se ne dovrebbe occupare? Perché il Sostituto Peña Parra non ha preso in mano la situazione e invece lascia carta bianca a Braz e a Carballo? Cosa c’è dietro a questo magheggio che sembra essere una evidente mancanza di sintonia tra il dicastero e il Papa? Perché mai il dicastero arriverebbe a mettere a repentaglio la stessa donazione delle monache al Papa? Chi vorrebbe agevolare, oltre se stesso s’intende? Sono forse già stati presi accordi per spartirsi i beni e le suore gli hanno rotto le uova nel paniere?

Molti dubbi, molte perplessità. E intanto le monachelle resistono “per obbedienza al Papa”, per far sì che la loro volontà non vada perduta e con essa tanti sacrifici e tanta fede accumulata nei secoli. Chissà se la spunteranno… 

Buona lettura…


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