Ratzinger eretico? Calma e gesso
Mi ero ripromesso di scrivere di tutt’altro. Poi l’occhio mi è caduto sull’ennesimo contributo sul blog di Aldo Maria Valli su un tema che sembra accendere molto le coscienze, innescato dall’intervista che lo stesso Valli ha fatto al professor Enrico Maria Radaelli, che ruota intorno all’ipotesi radaelliana (e non solo) dell’eresia di Ratzinger.
L’ultimo intervento di Luciano Pranzetti risponde agli interventi a difesa dell’emerito di Fabio Battiston. Pranzetti, col metodo del cherry picking, prende ad esempio alcune manifestazioni di apprezzamento espresse da Joseph Ratzinger in favore di Teilhard de Chardin.
Afferma Pranzetti che l’“ammirata adesione del teologo Ratzinger al pensiero del de Chardin” è “cosa biasimevole e da condannare come eretica”. E conclude: “Allora, in che ha esagerato il professor Enrico Maria Radaelli?”.
Viviamo un’epoca buia e fumigante, pervasa dall’ansia sparsa di accendere roghi a dritta e a mancina. Concediamo pure a tutti i contendenti che la storia degli ultimi due secoli della Chiesa – almeno da Pio IX in poi – sia stata quanto meno tumultuosa.
Consiglio la lettura del bel libro di don Giancarlo Vergano, Ragione e fede, dalla distinzione all’armonia. È un piccolo notevole compendio delle scuole teologiche che si sono date convegno nel Concilio Vaticano I il quale, bruscamente troncato dalla breccia di Porta Pia, ha aperto questioni che si sono malamente trascinate per oltre un secolo, sino al Concilio Vaticano II e, vediamo bene, anche oltre. Niente che nella storia della Chiesa non si sia già visto, e rivisto, e ripetuto.
Alla luce di fatti storici – e di storia del pensiero cristiano, aggiungo – così complessi, io sarei più cauto nel distribuire patenti di eresia così preste e definitive. Davvero non si può manifestare apprezzamento per alcune parti del pensiero di de Chardin, o di Meister Eckhart, dello stesso Lutero o come fece Von Balthasar della mistica Adrienne Von Speyr, senza incappare in condanne private?
Da dove viene tutta quest’ansia di veder bruciare le persone nel fuoco eterno, scaldandosi i piedi con le loro braci dalla frescura paradisiaca che certamente attende i Guardiani della Tradizione?
Naturalmente i critici di Ratzinger possono condannarlo come eretico nel proprio foro interno il che, come sanno benissimo loro per primi, non vale un ciuffo. Lo stesso i critici di Bergoglio (e sono fra questi).
Ma un conto è il nostro pio desiderio di vedere i nostri nemici patire fra atroci tormenti, un altro il dibattito pubblico che si tiene intorno a temi che non nascono con Ratzinger o Teilhard de Chardin e che, con buona pace di Pranzetti, Radaelli, Battiston e il sottoscritto – il quale teologicamente e canonicamente rappresenta l’anticamera del nulla – e che dovrebbero essere improntati ad una sana prudenza.
Troppa smania di arrivare a conclusioni, cari colleghi nella fede. Facciamo la figura di quelle balie medievali che davanti alle coliche dei neonati urlanti concludevano che fosse posseduto dal diavolo. Nella storia della Chiesa, non pochi furono quelli tacciati di eresia o estremismi vari (come il buon Savonarola, ad esempio) poi riabilitati. Andiamoci piano.
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