Ecco la lettera che abbiamo ricevuto, e da cui abbiamo tolto le indicazioni di luogo. Se qualcuno è in grado di aiutare queste religiose, ce lo faccia sapere.
Gent.mo Dr. Tosatti,
siamo le Clarisse del Monastero ...... risalente alla seconda metà del 1200 e che vanta una tradizione culturale e patrimoniale di grande valore in loco. Premettiamo che il nostro Monastero non ha mai subito soppressione ed ha perciò garantito la sua presenza orante alla Comunità locale e a tutta la Chiesa per 8 secoli ininterrottamente. Può dunque facilmente intuire in 800 anni di storia e di benefattori, quanti beni spirituali e materiali si siano potuti accumulare! Noi oggi sentiamo tutto il peso della responsabilità di una tale eredità lasciataci in custodia dalle Consorelle che ci hanno preceduto e avremmo voluto/dovuto consegnarla a nostra volta alle generazioni future nel miglior modo possibile. Ciò purtroppo Le confessiamo, in questo momento storico è ormai diventato impossibile da realizzare, proprio “grazie” a chi dovrebbe invece essere garante e promotore di un tale patrimonio spirituale innanzitutto e poi, anche storico-culturale. Premesso tanto non ci dilunghiamo nei particolari e veniamo al motivo di questa nostra, fermo restando che se vorrà un giorno saremmo ben felici di raccontarLe la nostra storia.
Dopo aver, diremmo provvidenzialmente, letto l’articolo da lei pubblicato “Crisis Magazine. Il saccheggio dei Monasteri, lo scandalo vaticano nascosto” dello scorso 9 giugno, siamo rimaste davvero illuminate e confermate nelle nostre “percezioni” ed intenzioni. Ci siamo perfettamente riviste nella situazione dei Monasteri riportata nel suddetto testo. Per questo abbiamo pensato di rivolgerci a Lei per chiederLe di sostenerci nella nostra missione di portare avanti la tradizione orante della Chiesa attraverso il contributo della vita Consacrata, particolarmente claustrale, che ahinoi è messa a dura prova oggi, come già detto, proprio dai vertici della Chiesa!
Le chiediamo pertanto di aiutarci ad approfondire le vicende dei Monasteri citati nell’articolo e magari, se Le fosse possibile, metterci in contatto o anche semplicemente avere i recapiti delle consorelle direttamente o meglio ancora dei loro legali poiché ci sembra di capire che siano riusciti a risolvere la loro problematica. Le facciamo presente inoltre che ci stanno facendo pressioni affinché abbandoniamo il nostro Monastero e lo lasciamo proprio ai “personaggi” di cui si parla nell’articolo in oggetto. Abbiamo addirittura saputo, da fonti certe, che a breve vorranno imporci autoritativamente dei trasferimenti che, essendo certamente illegittimi, innescheranno una battaglia che noi vorremmo evitare, pertanto La preghiamo di volerci dare un Suo cortese riscontro al più presto. In ogni caso sarà per noi importante qualunque contributo Lei possa o voglia darci e La ringraziamo anticipatamente.
Nel ringraziarLa ancora per quanto opera a servizio della Chiesa, Le assicuriamo il nostro ricordo nella preghiera e La salutiamo cordialmente nel Signore.
Le Sorelle Clarisse di ....
“C’è un limite a tutto: l’ordine domenicano vanta la democrazia dal medioevo, ma qui non esistono democrazie, esistono urla e intimidazioni". Questa la chiosa finale di Suor Maria Bambi, madre superiora della Congregazione delle suore domenicane del santissimo Sacramento di Fognano di Brisighella, intervenuta sabato in una puntata del programma 'Piazza Libertà' per denunciare lo stato di indigenza e di povertà a cui la Congregazione degli istituti religiosi del Vaticano “ha costretto l’istituto Emiliani”, si legge in una nota diffusa da un comitato che si sarebbe costituito in difesa delle religiose, "togliendole la rappresentanza legale, riducendola all’obbedienza e commissariando l’Istituto".
Nel corso del proprio intervento suor Maria ha evidenziato il percorso di gestione dell’Istituto Emiliani, nel periodo Covid e attuale: “Noi dobbiamo stare al freddo e dobbiamo esaurirci il più presto possibile - ha detto Suor Maria -, ci sono suore che stanno crollando dopo 8 anni, ci sono solo delle accuse e parliamo di soldi che non ci sono (relativamente alle spese del convento e alla vendita di una villa a Roma di proprietà della congregazione, come sottolineato dal conduttore della trasmissione, nda). Nell’Istituto abbiamo lavorato fino a marzo del 2020, poi abbiamo lavorato col lockdown, e a giugno (2020, nda) il legale rappresentante ha chiuso la scuola e l’attività, licenziando i 12 dipendenti. Ci hanno poi detto che il 30 settembre avremmo riaperto, ma ad ottobre in un incontro il commissario ha aggredito una suora, non solo a parole. Dopodiché hanno detto che sarebbero tornati dopo un paio di giorni, invece a marzo il commissario ha dato le dimissioni, e a novembre è arrivato il nuovo commissario”.
La situazione però non è cambiata secondo quanto afferma la religiosa, che rivendica lo stato di impossibilità a lavorare delle sorelle e quindi di sostenere le spese da parte dell’Istituto. “Non hanno mai parlato del domani. Ci hanno tolto il carisma, l’apostolato e il lavoro. Non vogliono che qualcuno ci venga a trovare, non hanno pagato l’assicurazione per far sì che i bambini non possano entrare nel convento”.
Contattata telefonicamente, Suor Marisa non ha voluto rilasciare altre dichiarazioni rimettendo la palla al comitato che si sarebbe costituito a Fognano “composto da avvocati, medici, professori e professionisti di più settori, per sostenere la congregazione, sia dal punto vista delle necessità materiali, sia nella battaglia legale per il giusto riconoscimento dei suoi diritti legittimi”, si legge ancora nella nota finalizzata “all’opportunità che la Congregazione degli Istituti religiosi del Vaticano che ha commissario l'istituto Emiliani e ridotto alla obbedienza la madre superiora, togliendole la rappresentanza legale e congelando tutte le attività educative e di accoglienza, possa ripristinare immediatamente tutte le attività dell'Istituto Emiliani e riconoscere il ruolo di Madre Superiora conferitole dal Capitolo”.