Caro Dottor Tosatti, ho avuto modo di discutere con più amici intellettuali cattolici questo libro di tal Chantal Delsol “La fine della Cristianità”, che sta sorprendentemente (o meglio inquietantemente) diventando una specie di riferimento, per gran parte del mondo cattolico.
I messaggi di questo libro son considerati risolutori per non scomparire. Ma a patto di saper adattare l’evangelizzazione, l’apostolato e persino la spiritualità, agli indirizzi bergogliani per il XXI secolo, contenuti implicitamente in questo libretto.
Questa constatazione la dice lunga su come è ridotto il nostro mondo cattolico, e mi riferisco ai grandi pensatori e ai grandi pastori. Stiamo freschi se il contenuto di questo libretto fosse realmente considerato qualcosa di importante e significativo su cui riflettere. In pratica questa Chantal Delsol (sedicente cattolica) ci inviterebbe a tornare zitti zitti nelle catacombe, a giocare a fare la “minoranza creativa”, ma, per carità, senza educare i nostri figli e nipoti al cristianesimo per evitare loro sconfitte nella vita (per non prepararli ad una Waterloo, dice costei), tanto non siamo l’unica religione che ha il senso della vita….
Bene, da una parte c’è chi si sente in diritto, senza averne l’autorevolezza e credibilità, di spiegarci come dovremmo vivere la nostra fede nei tempi di “fine del cristianesimo”, ma dall’altra parte c’è anche di peggio.
Ma è veramente possibile che i migliori cervelli del cattolicesimo passino il loro tempo a disputare sulla correttezza della lingua latina con cui Ratzinger ha scritto e letto la rinuncia? O continuino da mesi a discutere sul Codice Ratzinger, sui messaggi in codice che darebbe Ratzinger dopo la rinuncia, sulla validità o invalidità del Conclave che nomina il successore di Benedetto XVI?
Sono molto meravigliato che negli ultimi dieci anni si sia impiegato più tempo a cercar di spiegare perché Benedetto ha rinunciato, piuttosto che cercare di spiegare e contemplare cosa ha fatto e sta facendo il successore.
Ben scrive oggi questo saggio Osservatore Marziano su Stilum Curiae, riferendosi al tema della rinuncia di Benedetto XVI. Dice che il vero tema e problema da approfondire non è tanto (o solo) la rinuncia, ma è piuttosto la “successione”, che è manifestamente avvenuta per accelerare il processo di decristianizzazione.
È la successione di Bergoglio che spiega la rinuncia di Ratzinger. Si rifletta, non solo su come nel frattempo si è perpetrato lo scempio della dottrina cattolica, ma soprattutto si cerchi di prevedere i prossimi passi, cioè cosa succederà quando, tra non molto, si dichiarerà che Cristo non è Dio fatto uomo e che anche sulla esistenza di Dio ci sarebbe qualcosa da ridire… Non riuscite ad immaginare che si sta preparando una nuova “rivelazione” che nega la prima?.
Ciò detto, faccio notare che oggi tutte le persone di criterio, anche quelle non cattoliche praticanti, si stanno chiedendo come cambierà il Cattolicesimo e perciò la civiltà che si fondava su radici cristiano-cattoliche. Molti hanno visione pessimista, pochi cattolici l’hanno ottimista.
Vorrei pertanto scrivere una breve riflessione spirituale per i lettori di Stilum Curiae. Siamo nell’ultima settimana di Avvento, e stiamo aspettando il nostro Salvatore, ma lo stiamo facendo da “figli di Dio” o da timorosi e confusi figli di questo mondo?
Lumen Gentium (48) ci spiega che anche la Chiesa e le sue istituzioni appartengono all’età presente, portando ancora la figura fugace di questo mondo ….
È chiaro? Gesù Cristo verrà come Redentore proprio in questo mondo che appartiene all’ora presente, non in un mondo già paradisiaco, e verrà come Re, Giudice e Signore trionfante, sorprendendo gli uomini di questo mondo occupati nei loro affari e ignari della imminenza del suo arrivo.
Matteo (24-30) ci dice che apparirà in cielo il segno del Figlio dell’uomo, la Santa Croce. Proprio quella abbandonata, ignorata, persino disprezzata, da tanti pastori. Gesù si manifesterà a coloro che, nella sua Chiesa, l’hanno rinnegato e perseguitato, ma si mostrerà anche a coloro che l’hanno amato fino all’ultimo senza arrendersi, con opere.
I propagatori di eresie riceveranno il castigo secondo gli errori che hanno sparso, ostacolando l’incontro con la Verità.
Invece coloro che non si arrenderanno, rinunceranno, rassegnandosi ad esser un minuscolo gregge, ma proseguiranno a testimoniare la loro fede facendo apostolato senza intimidirsi, capiranno il valore del sacrificio premiato.
Si vedrà allora anche quale è stato il vero valore di tanti uomini dotti o pastori influenti, circondati di lodi, considerazioni ed onori, che son stati invece maestri di errori.
Pertanto non scoraggiamoci, non lasciamoci intimidire, non rassegniamoci.
Non è vero affatto che dobbiamo ritornare nelle catacombe e vivere la fede intimamente senza manifestarla.
Non è affatto vero che il rispetto umano consiste nel non far conoscere la Verità di cui siamo convinti; questo è proprio il compito di noi cattolici, questa è la vera e prima carità.
mons ICS
Aiutate Stilum Curiae
IBAN
IT79N0200805319000400690898
BIC/SWIFT
UNCRITM1E35