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Trevignano. La Madonna forse non Appare, ma C'è. Mastro Titta.

apr 18, 2023

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Mastro Titta offre alla vostra attenzione queste riflessioni sugli eventi di Trevignano, e le lezioni che se ne possono trarre. Buona lettura e condivisione.

Mastro Titta: la Madonna a Trevignano non appare, ma c’è


Un cattolicissimo silenzio ricopre la vicenda delle (presunte) false apparizioni di Trevignano, dove dice la Scienza che la Madonna avrebbe lacrimato sangue di maiale, e sulla (presunta) veggente Gisella Cardia amica di qualche norcino locale, ché il sangue di maiale non si ottiene con una spremuta casalinga di costoleccio.

Benedetta prudenza. Meglio non parlarne, non è opportuno, non conviene, attendiamo che la Chiesa si pronunci, e fidiamoci del primo non constat de super naturalitate.

Mi sembra giusto, e allora parliamone. Sperando che non succeda come a Civitavecchia dove il vescovo Grillo, prima scettico e riottoso per non dire nemico acerrimo, cambiò bruscamente idea.

Sottovoce: era davvero un male che la gente andasse a pregare in quel di Trevignano, al cospetto della falsa lacrimazione annunciata dalla falsa veggente?

Risulta che le chiese scoppino di fedeli, e più ancora che le apparizioni di Fatima, Lourdes, La Salette, insomma quelle riconosciute, siano state seriamente prese in considerazione?

Davvero la Chiesa è ancora affidabile nei suoi pronunciamenti super-naturali, o tende piuttosto a rigettare con un moto di sobrio fastidio le neglette invasioni di campo del Padrone e della sua Mamma, perché il mondo ci ride sopra e sono d’ostacolo al Moloch del dialogo salottiero?

Sapere se la Madonna sia davvero apparsa o meno a Međugorje, e lo stesso a Trevignano, popolerebbe i deserti e farebbe rifiorire i manici di scopa? Alla luce di una fede compiuta nel fatto che la Madonna fa ciò che vuole, intendo. E purtroppo anche gli uomini suoi figli spirituali, aggiungo.

Senza risalire ai tempi delle torture rifilate a Bernadette e i tre pastorelli di Fatima, esploriamo i recenti pronunciamenti della Chiesa.

Su Međugorje si è espressa l’eminente commissione Ruini. Le prime sette apparizioni sarebbero autentiche, le migliaia e migliaia di successive boh, anche no. Un libro molto accurato e ponderoso di Donald Foley, pubblicato in Italia da Cantagalli, punta a fare chiarezza suggerendo a tratti influssi sulfurei e truffe variopinte, ma di strepitoso successo commerciale: milioni di pellegrini, miliardi di dollaroni di indotto.

Il fatto che la Cardia, o i veggenti di Međugorje, facciano soldi a palate alle spalle della dabbenaggine pellegrina, di grazia quale legame consustanziale avrebbe con l’autenticità delle apparizioni? A mio giudizio, nessuno.

Sia chiaro: non sto dicendo che non debba fregare nulla a nessuno se la Madonna appaia o non appaia. Al contrario, è un fatto di enorme portata storica. Ho però la spiacevole sensazione che ai nostri umanissimi occhi e pecorecce intelligenze il problema sia il fatto che, di quando in quando, la Madonna appare. E che quindi la falsità di Trevignano possa servire a scardinare la verità di Fatima, per dirne una.

Allo stesso papa Francesco la “Madonna postina” non è che piaccia granché, e lo ha detto molto esplicitamente. Nell’indispensabile chiacchierata cartacea con don Marco Pozza, prete in sneakers sormontate da sorriso americano, il papa ha anche spiegato perché:

«Da quando è nata fino all’Annunciazione, al momento dell’incontro con l’angelo di Dio, me l’immagino come una ragazza normale, una ragazza di oggi, una ragazza non posso dire di città, perché Lei è di un paesino, ma normale, normale, educata normalmente, aperta a sposarsi, a fare una famiglia. Una cosa che immagino è che amasse le Scritture: conosceva le Scritture, aveva fatto la catechesi ma familiare, dal cuore. Poi, dopo il concepimento di Gesù, ancora una donna normale: Maria è la normalità, è una donna che qualsiasi donna di questo mondo può dire di poter imitare. Niente cose strane nella vita, una madre normale: anche nel suo matrimonio verginale, casto in quella cornice della verginità, Maria è stata normale. Lavorava, faceva la spesa, aiutava il Figlio, aiutava il marito: normale».

In una manciata di righe, il Sommo Pontefice ripete il concetto normale nove volte appena, casomai qualcuno avesse le orecchie calafatate. Unendo i puntini: perché fare baccano intorno alla più banale normalità? Forse che le donne normali non hanno il diritto di apparire a quattro scemi radunati in preghiera, pronunciando per lo più vaghe banalità sentimentali? Ma non è questo il punto.

Nelle more del ragionamento pontificio il matrimonio, anch’esso dobbiamo supporre molto normale, di Maria e Giuseppe (presto Mario e Giuseppi, sennò il woke gender fluid cosificato si offende) è “casto in quella cornice della verginità”. Scelta lessicale opacizzante: potrebbe significare che, cambiata la cornice, casto non fu. La cornice – il frame – in semiotica visiva e generale, è concetto da non prendere sottogamba.

Alla luce di questo scarno compendio di intemerate papali sulla Vergine Maria (ne ho distillate giusto un paio, ma sono più numerose delle stelle del cielo), diciamo pure che la veggente di Trevignano sia una Wanna Marchi qualsiasi – ammesso e non concesso che Wanna Marchi, almeno lei, sia una donna normale, il va sans dire – e tiriamo almeno un paio di conclusioni provocatorie.

La prima è che è meglio pregare la Madonna vera in un contesto falso, piuttosto che pregare una Chiara Ferragni col bollino DOP emesso da un’istituzione che sembra avere in antipatia la vera Madre di Dio.

Posso maliziosamente pensare che il clero brami più di ogni altra cosa ridurre la Vergine ad una ragazzetta ridanciana, ammiccante e deliziosamente sciocchina come nell’epitome di don Tonino Bello (ben più prolissa dell’originale evangelico, per la verità), salvo poi ritrovarla in età adulta strepitare contro il Dio bugiardo che l’ha ingannata, mentre il Figlio fa una morte atroce. E qui subentra la sensibilità alata del nostro vescovo di Roma preferito. Una che non vale la pena pregare perché, per tornare a don Tonino Bello, ha parcheggiato la macchina accanto alla tua.

Domando: questa non è una truffa conclamata ai danni dei fedeli cattolici, ben peggiore di quella di Trevignano? Perché diamine: la Chiesa, e certamente il papa, anche questo dice.

La seconda è che con la guerra che stiamo facendo al soprannaturale – certo, esistono le false apparizioni, le reliquie false o almeno discutibili e tutto un coté di false credenze che tali si riveleranno a tempo debito, e allora? – finiremo col gettare via il bambino con l’acqua sporca.

Perché dietro la presunta truffa di Trevignano, lo scopo non mi sembra affatto distinguere le apparizioni autentiche da quelle farlocche: questo è ciarpame ipocrita della più bell’acqua, che si dà in pasto ai gattari che formano le proprie opinioni sull’ignoto fra una pubblicità del Whiskas e l’altra.

L’obiettivo è screditare potentemente l’idea che la Madonna (la Donna) si prenda la libertà di apparire. Fatto irritante come nessun altro, e radicalmente inaccettabile per noi adepti della Scienza.

Stupisce, o forse mi è sfuggito, che nessun prete durante una succosa omelia abbia tuonato che se la Madonna fosse vissuta oggi, avrebbe senza indugio vaccinato il Divin Pargoletto con la Trinità Pfizer contro il Covid-19, tuttavia sono persuaso che un simile presbitero mentalmente trascurabile esista eccome, solo forse non è assurto agli orrori della cronaca.

Ci è andato impietosamente vicino padre Livio Fanzaga, mariano tutto d’un pezzo, quando ha smentito che la Regina della Pace avesse detto di non fare il vaccino, “ben sapendo i nostri ascoltatori che, nella sede di Radio Maria, siamo tutti pluri-vaccinati e con tutti i livelli del greenpass”, che suona un po’ come “ci saremmo vaccinati anche se la Vergine avesse detto di non farlo”.

A Radio Maria sono ipervaccinati e protettissimi: non è questo un autodafé, un chiaro segno pseudo-dogmatico di cosa pensa Maria? Che poi quale Maria e Maria: in Mario Draghi we trust.

Tornando alla fake-news di Trevignano – prendendo per buona l’ipotesi della truffa, un po’ come si sono presi per buoni i recenti miracoli della Scienza.

Come nella confessione mendace fornita da Ser Ciappelletto nella novella di Boccaccio, che comunque ottenne grazie e miracoli a chi ne invocava la santità posticcia dopo la morte, per parte mia mi accontenterei di pregare un falso, in un tempo in cui l’unico vero è considerato la negazione del divino e del trascendente. Il vero Dio e Sua Madre ascolteranno comunque la mia preghiera, e se qualcuno abusa della mia creduloneria, pazienza.

Dico a voi là fuori, cattolici o meno che siate: non fate i fenomeni nel giudicare Trevignano, che vi siete consegnati anima e corpo ad un intruglio “luce di speranza”, come disse il papa la notte di Natale, che vi è apparso sul furgone dei gelati Pinguino.

Terza e ultima considerazione, che forse spiega molte resistenze. È un dato di fatto che la Madonna, quella vera, sia l’unica capace di radunare folle enormi di semplici sempliciotti (a farla corta: di uomini, quelli sì normali) i quali con intenzioni note solo a Dio si trovano a pregare in postacci anonimi e lontani dalle rotte commerciali solo per l’incontenibile fascino che su di loro esercita la Madre. Quella vera nelle Lourdes, le Fatima, le Ghiaie di Bonate, le Roverano di ogni tempo.

Questo fatto, in quest’epoca disgregante come altre mai prima, dovrebbe essere tenuto in grande conto e senza prudenze pelose di sorta. Il popolo cristiano, che ormai diserta chiese e balconi apostolici, resiste e si raduna ai piedi di Maria e da nessun’altra parte, mentre i presuli sono intenti a negare il risibile dogma di Maria Corredentrice.

Spiace per i creduloni che hanno donato i loro divin danari alla signora Gisella Cardia con le migliori intenzioni, ma la partita che si gioca dietro questa storiaccia è così grande e decisiva che trarne conclusioni svelte e abborracciate mi sembra molto pericoloso. La Madonna magari non appare a Trevignano, ma a Trevignano la Madonna c’è anche se non appare.


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